Nel periodo durante e post-pandemia covid-19, i grandi vini italiani hanno iniziato una risalita storica in termini di notorietà. Parliamo della classifica stilata da Liv-Ex, nota piattaforma che fornisce insights e dati sui i grandi vini del mondo.
Nella classifica generale, l’Italia è passata dagli 8-10 vini presenti ai ben 17/100 del 2020. Ben 4 di questi figurano nella top ten dei vini più pregiati al mondo. I loro nomi sono già conosciuti nell’ambiente, perciò non ci stupiamo:
- Gaja al numero 3 della classifica e quindi sul podio con il giusto senso di meraviglia;
- il rinomato Sassicaia al quarto posto, già nome importante anche in questa classifica;
- al sesto invece troviamo il Super Tuscan Ornellaia;
- al nono c’è Masseto, un altro pregiato toscano.
Questo risultato è ulteriormente storico: soltanto nel 2014 e 2019 un vino italiano era entrato nella top 10 di Liv-Ex ed era sempre il Sassicaia. Numero unico fino al 2020, in cui l’ascesa viene giustificata da più parametri che i grandi marchi italiani sono riusciti a soddisfare.
Liv-Ex 100: le caratteristiche di un vino per salire in Top 10
La classifica Liv-Ex 100 è redatta secondo alcuni parametri fondamentali per definire un vino prezioso, pregiato. Volumi di scambio, numero di etichette trattate per marchio, andamento dei prezzi sul mercato (che, come sappiamo, sono importantissimi e dinamici) e affini.
Sotto questi aspetti, i vini italiani hanno letteralmente dominato nel 2020. I prezzi sono aumentati del 6% a fronte di una media nelle altre nazioni del 3.2%; c’è stato uno scambio frequente di vini, con un numero attorno ai 25 per etichetta in media (sotto quelle francesi ma in costante evoluzione rispetto agli anni precedenti).
Il prezzo resta comunque tra i più bassi della categoria (più o meno 1700 sterline per cassa da nove litri). Il costo di un vino pregiato italiano che veniva 100 euro l’anno precedente, però, ora è aumentato più o meno del 120%. In quanto a prezzi, i numeri italiani del 2020 pareggiano le performance del Bordeaux e superano quelle dei grandi francesi Champagne e Rodano.
Questi ultimi appaiono leggermente in declino. Soprattutto il Bordeaux, che per la prima volta nella sua storia ha un solo nome nella top 10. La pandemia ha reso ancora più oscillante il mercato, ma lo stop generale ha consentito uno studio più accurato della situazione. Vedremo nei prossimi periodi.
Lo storico: prezzi e previsioni
La classifica dei vini dai grandi marchi è guidata da Leroy e Leflaive in Borgogna, con un punteggio complessivo decisamente superiore agli altri. Il primo classificato del 2019, invece, finisce al 25° posto. Crollano altri grandi marchi come DRC e Petrus, rispettivamente al 21° e 69° posto.
In generale è stato un anno buono per l’andamento dei prezzi, che sono cresciuti in media del 3.2% anche se in rallentamento rispetto ai precedenti. Il 2019 ha registrato un +7% e il 2018 finì con un +14%.
I vini italiani in classifica sono 17 contro gli 8 del 2019 (e 1 nella top 10), con un prezzo del + 6% a fronte del 7% registrato lo scorso anno e il 10-15% dei precedenti. Oltre ai quattro inseriti nella top 10, al 13° posto c’è Masseto (risultato storico perché prima non aveva mai superato il 57° posto), mentre al 35° troviamo il Tignanello.
Di seguito, gli altri vini pregiati in posizione dai 50 a 100:
- Giacomo Conterno al 51°;
- Biondi Santi al 55°;
- Prima apparizione e 62° posto per il Luciano Sandrone;
- Bartolo Mascarello al 63°;
- Casanova di Neri al 67°;
- Tra il 70° e 100° troviamo invece Fontodi, Poggio di Sotto, Vietti, Tua Rita, Bruno Giacosa e Quintarelli.
Un’annata da ricordare e da cui partire per mantenere queste posizioni in classifica. Se non altro, questa varietà tutta italiana in classifica garantisce diverse strategie e prezzi per investire al meglio il nostro capitale in vino.