Le 3 caratteristiche di un vino da investimento

Solo circa l’1% di tutta la produzione di vino al mondo ha le caratteristiche per essere considerato un vino da investimento o da collezione.

Se ti interessa o ti incuriosisce il mondo del vino, in questo articolo ti spieghiamo quali sono le tre caratteristiche minime necessarie per cui un vino può essere considerato di prestigio, e quindi da investimento.

Storia e prestigio del vino da investimento

Pensa ai grandi Châteaux di Bordeaux o ai più famosi e rinomati Grand Cru di Borgogna. I loro vini sono prodotti e apprezzati già da secoli.

In quelle zone esistono vigneti storici, tramandati di generazione in generazione, che producono alcuni dei più famosi vini al mondo e che da anni fanno ormai parte del ristretto olimpo dei grandi vini di lusso.

Tuttavia questo ingrediente non è sempre quello fondamentale. La storia da sola non basta a farne un oggetto di investimento.

Esistono infatti vini da investimento di concezione molto più recente, pensa ad esempio ai vini del “Nuovo Mondo” o all’esempio italiano dei migliori Barolo, Brunello di Montalcino e Supertuscan, diventati famosi solo a partire dalla fine degli anni ‘70.

La storia, quindi, non è tutto. Ciò che i critici dicono di un vino gioca un ruolo veramente importante.

Punteggio alto da parte dei critici

Anche i vini, come tanti altri prodotti di lusso, sono recensiti e premiati per la loro qualità da una cerchia di critici internazionali.

Questi esperti degustano i vini non appena rilasciati sul mercato e per alcuni vini addirittura esiste una sorta di prevendita, come il famosissimo En Primeur di Bordeaux (i critici vengono invitati a valutare un vino non ancora pronto e imbottigliato, ma preso direttamente dalle botti).

Nel valutare la qualità di un vino tengono conto di complessità e intensità dei profumi che vengono sprigionati nel bicchiere, sapore e delicatezza al palato e la sua possibilità di affinarsi, maturare, evolvere e durare nel tempo.

Per quasi tutti i critici il punteggio è compreso in una scala da 0 a 100. Solitamente un vino considerato da investimento deve avere almeno 90 punti.

L’influenza del punteggio dei critici in determinati vini e in determinate annate incide fortemente sul suo prezzo finale.

Ovviamente i vini più ricercati, scambiati e quotati sono proprio quelli che riescono ad ottenere il massimo dei punteggi, in particolare quelli che riescono ad ottenere 100/100 punti dal Wine Advocate di Robert Parker.

Quando un vino riceve il massimo punteggio il suo prezzo può anche raddoppiare e si scatena la gara per riuscire ad acquistarne anche solo una bottiglia.

Pensa ad esempio al caso Sassicaia. A distanza di anni è stato premiato con i 100 punti Parker per l’annata 2016 ed è da una media di 150€ per l’acquisto di una bottiglia a 300€ (in alcuni casi anche di più).

In questo momento i critici più famosi, influenti e seguiti al mondo sono: Robert Parker, Neil Martin, Antonio Galloni, Luca Gardini, Jancis Robinson, James Suckling, Lisa Perotti-Brown, Tim Atkin, James Molesworth, Stephen Tanzer e René Gabriel.

Ok, il punteggio è fondamentale, ma basta che un vino ne abbia uno alto per essere considerato da investimento? No, manca ancora un ultimo ingrediente. Ne parliamo nel prossimo paragrafo.

Il vino da investimento deve essere frequentemente scambiato sul mercato

Per ultimo, ma non meno importante, un vino da investimento deve anche avere una buona liquidità. Ciò significa che dev’essere realmente scambiato e ricercato all’interno del mercato.

Se facessimo l’esempio di un vino con una grande storia alle spalle e un punteggio dei critici alto, ma con una richiesta molto bassa, non sarebbe sicuramente il vino giusto da cui trarre profitto.

Qui il consiglio è svolgere delle ricerche su piattaforme online e riviste del settore e discuterne con esperti chiedendo anche la loro opinione.

Esistono diverse piattaforme online per aggiornarsi sul mondo dei vini da investimento, la più importante è sicuramente Liv-Ex, azienda con sede a Londra e considerata come la borsa del vino. Tra le tante informazioni offre anche report sui vini da investimento più quotati e scambiati.

E quando parliamo di grande annata di un vino, cosa intendiamo? E quali conseguenze hanno queste annate in termini di investimento?

Le annate migliori

Alcuni grandi vini da investimento non vengono prodotti di anno in anno, ma solo quando il raccolto è veramente eccezionale. Il Barolo Riserva Monfortino di Roberto Conterno ne è un esempio.

In base all’andamento climatico dell’annata si potrà parlare di buona annata, grande annata o pessima annata.

Spesso i punteggi più alti dei critici corrispondono a una grande annata, ma in alcuni casi possono premiare per l’inaspettata qualità di un vino prodotto in un’annata considerata sfavorevole.

Il Barolo Riserva Monfortino 2002 e il Brunello di Montalcino Riserva 2002 di Gianfranco Soldera risultano essere dei gioielli dell’enologia e sono stati prodotti in una annata definita quasi catastrofica e molto difficile per la maggior parte dei produttori.

Qui sotto ti lascio un’idea delle più grandi annate di alcuni vini dal 2000 a oggi:

  • i grandi vini di Bordeaux: 2000, 2005, 2009, 2010, 2015, 2016, 2018;
  • i grandi rossi Piemontesi come Barolo e Barbaresco: 2001, 2004, 2006, 2008, 2010, 2013, 2015, 2016;
  • i più grandi rossi di Toscana, i Supertuscan e i Brunello di Montalcino: 2001, 2004, 2008, 2010, 2012, 2013, 2015, 2016;
  • i vini che arrivano dalla Borgogna invece: 2002, 2005, 2006, 2009, 2010, 2013, 2015.

Rimanere aggiornati sul mondo del vino da investimento può non essere semplice. Nel prossimo paragrafo vogliamo condividere con te alcune delle migliori risorse per rimanere aggiornati.

Le migliori risorse per tenersi aggiornati sul mondo del vino

Vogliamo segnalarti le migliori riviste di settore e piattaforme online che ti saranno utili per capire sempre di più di questo mondo.

Le più importanti riviste che ti consiglio sono: Wine Spectator, Decanter, Wine News, The Wine Advocate e Vinous.

Per quanto riguarda piattaforme online per la valutazione dei vini invece, la più immediata e a portata di tutti è Wine Searcher, che mette a disposizione una versione gratuita e una versione Pro con un abbonamento annuale relativamente economico.

La piattaforma più seria, completa e attendibile rimane sicuramente Liv-Ex, che è considerata la borsa del vino e il punto di riferimento per gli operatori più seri.

Liv-Ex mette a disposizione grafici, analisi e rendimenti degli storici dei grandi vini di lusso. È sicuramente più indicata per gli esperti del settore dal momento che l’abbonamento annuale costa quasi 2000€.

Noi di Wine Profit aiutiamo i collezionisti di vino a trovare e ad acquistare anche i vini più prestigiosi, in en primeur e profittevoli.

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